lunedì 17 ottobre 2016

Accadde a Gela - Non si maltratta una Signora

Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Costituzione della Repubblica Italiana




Visto che belli? Quale capolavoro superiore a questo per democrazia, responsabilità sociale, visione politica? È la nostra Costituzione, una Signora Costituzione, e sancisce in questi articoli inderogabilmente alcuni diritti dell’uomo ed i doveri che ha la nostra Repubblica per garantirli.
Sentite come suona bene “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”. Poi, dopo aver letto i costi per una famiglia per un trattamento intensivo ABA, per forza sembrano parole ancora più belle.

Non si maltratta una Signora e, siccome siamo persone ben educate, ecco a che cosa abbiamo piegato le nostre menti non convenzionali: cercare di promuovere sistemi educativi che basandosi su questo trattamento permettessero la massimizzazione delle ore di intervento e la minimizzazione dei costi per le famiglie, inizialmente a parità di costo per la PA. In altre parole, abbiamo cercato di guardare questa cosa come si guarda un business: conto economico e finanza, linee di servizi integrate tra di loro, ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse umane, utili a fine d’anno maggiori di zero per poter far fronte ai nuovi investimenti, esportare il modello, costruire un brand nazionale. Paradossalmente, oggi abbiamo un brand internazionale, un marchio registrato, una partecipazione alla Doing Good Doing Well competition (IESE Business School - Barcellona, con una delegazione di Bocconiani convertiti al sociale), a febbraio 2012, per presentare il nostro progetto e nessun interlocutore pubblico italiano interessato a parlare a qualsiasi titolo con noi di questa roba. Io vi confesso: non capisco e a volte mi viene voglia di arrendermi. Ma sotto la cenere il fuoco continua a crepitare.

FuzzyMinds è un progetto enorme che contiene al suo interno una varietà potenzialmente infinita di filoni. È piuttosto un incubatore di progetti sociali destinati all’educazione, all’infanzia ed alla genitorialità. Ognuno dei progetti sociali in esso contenuti sta in piedi da solo e massimizza il suo rendimento in interazione con gli altri.

FuzzyMinds contiene al suo interno l’idea precisa di una strutturazione gestionale ed organizzativa del business, prendendo spunto dalla ferma convinzione che abbiamo che la cooperazione, ed in particolare la cooperazione sociale, sia da ristrutturare, in primis dal punto di vista dell’assetto e dell’approccio aziendale.
E siccome nessuno ci calcola e siccome siamo entrambi capetoste, noi abbiamo iniziato a realizzare FuzzyMinds a dispetto dei santi. Siamo partiti da Piacenza.

Adventura Onlus era l’associazione di volontariato che abbiamo fondato e, in attuazione del nostro progetto, con un ente erogatore, proprio secondo il modello industriale che avevamo ipotizzato. Oggi Adventura è il nome della mia società di consulenza, ma solo perché stiamo aspettando di spiccare il balzo e ripartire da lì.

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