sabato 15 ottobre 2016

Accadde a Gela - FuzzyMinds

Chi ha avuto il coraggio di guardare il nostro piano industriale (e l’abbiamo portato in giro fino a Barcellona!), ha trovato nella prima pagina il nostro testamento spirituale. Testamento, perché per ora quel progetto è morto. O forse dorme, come la bella che aspetta solo qualcuno che la risvegli.

FuzzyMinds

È un progetto per la cittadinanza dell'oggi e del domani: un progetto che riguarda l'educazione e lo sviluppo dei bambini, le metodologie da adottare per renderli cittadini consapevoli di una società globalizzata (affinché non subiscano il processo, ma ne siano attori protagonisti), in un mondo che costringe al confronto con le differenze, che è in costante movimento e trasformazione e che genera la necessità di nuove forme di sostegno alla genitorialità per le famiglie, con soluzioni diverse progettate in funzione della realtà del nucleo famigliare.

Stiamo lavorando con determinazione per la creazione di un nuovo modello di società più equa, aperta e consapevole, nella quale anche il sistema del Welfare possa essere rinnovato nell’approccio, nelle modalità di relazione tra gli attori, nelle modalità di erogazione dei servizi e nell’esercizio attivo e pro-attivo, in generale, del proprio ruolo, in sinergico rapporto con gli enti pubblici o privati che operano a diverso titolo all’interno del sistema.

È un progetto che vuole realizzare un luogo dove le differenze possano fattivamente essere interpretate come un valore e non un problema; dove il contatto con culture e lingue differenti sia la quotidianità del normale percorso di crescita di un individuo; dove il confronto con l’handicap fisico o neuropsichiatrico sia in inclusione e non in contrapposizione; dove l’eccellenza dei servizi offerti è garantita dalla collaborazione tra le migliori professionalità operanti in Italia e nel mondo e con il sistema universitario pubblico e privato.

È un progetto che punta sul territorio volendo perequare l’erogazione dei servizi dal punto di vista tariffario, affinché tutti possano accedere indipendentemente dalla situazione economica del nucleo d’origine: non può dipendere dal censo l’educazione, non la cultura, ma soprattutto non la diagnosi e la terapia: non riteniamo più accettabile che curare le psicopatologie dello spettro dei disturbi dello sviluppo sia questione di opportunità sociale, culturale e/o economica; non è più accettabile che uno spettro diagnostico che colpisce 3 bambini su 100 incida sul bilancio famigliare fino a 2.500 – 2.700 €/mese; non è più accettabile che il sostegno scolastico erogato non sia altamente e specificamente specializzato in funzione della patologia del portatore di handicap.

È un progetto che vuole crescere e radicarsi: qualunque cattedrale, costruita nel deserto, è destinata a spopolarsi. Noi vogliamo invece collaborare alla ricerca ed alla formazione di professionalità nei temi delle metodologie educative e dei servizi di cura e vogliamo formare professionisti in tutta Italia. Vogliamo poter replicare questo progetto al nord, al centro ed al sud, costruendo un modello hub-spoke che abbia almeno tre centri principali ed una ramificazione di centri secondari diffusi con capillarità sul territorio.

È un progetto in cui crediamo, con la consapevolezza della responsabilità sociale che deriva dalle azioni che promuoviamo e realizziamo e convinti che attraverso l’assunzione di questa responsabilità sia possibile collaborare alla costruzione di una comunità più matura, solidale e migliore, operando in sinergico rapporto con le istituzioni pubbliche, senza mai sostituirci al necessario ruolo delle stesse.


Dunque, è evidente: dietro FuzzyMinds c’era un manifesto politico. Non appartiene alla destra e non appartiene alla sinistra perché noi, politicamente, non apparteniamo a nessuno. Le risposte ci sono mancate da una parte e dall’altra. A livello locale ed a livello nazionale. Vedrete, nel prossimo capitolo, il carteggio di un tempo in cui ho creduto che il PD avrebbe ricostruito l’Italia. Poi, prometto, torno al racconto.

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