lunedì 5 settembre 2016

Primo laboratorio: prendiamo confidenza con la carta

Non abbiamo bisogno di metterci immediatamente alla prova con chissà quali articolate realizzazioni. Facciamo una cosa semplice, che ci permetta di apprezzare la facilità d’uso e poi lasciamo libero sfogo alla nostra fantasia.
In questo laboratorio non faremo la cartapesta a strati: su quella spenderemo due parole alla fine del capitolo, ma nelle infinite sue possibilità di utilizzo è meno affascinante per me della materia da plasmare. Armiamoci dunque di pazienza e di ricetta e prepariamo la nostra cartapesta.

Gli ingredienti per la cartapesta

  • Una ciotola o un secchio tipo quelli da imbianchino;
  • Una pentola grande;
  • Colla di farina, colla vinilica o per carta da parati;
  • Carta vecchia (meglio se carta da giornali: in questo caso ne serve per ogni kilogrammo di pasta finita dalle 8 alle 12 facciate, a seconda delle dimensioni del quotidiano; se no possono andare anche vecchi quaderni, …)
  • Acqua: serve sia per la macerazione sia per la successiva bollitura. Deve essere in quantità sufficiente ad accogliere la carta da macerare.
  • Olio di lino (per dare più lucentezza e morbidezza all’impasto): un paio di cucchiai da cucina per kg di prodotto finito;
  • Gesso in polvere (o farina, o sabbia fina, per aggiungere consistenza): un paio di cucchiai da cucina per kg di prodotto finito.

Il Procedimento di preparazione della pasta

Tutta la carta deve essere strappata nel senso delle fibre, riducendole in pezzi più piccoli possibile. L’acqua deve essere scaldata ed all’aumentare del calore diminuisce il tempo di macerazione. Per un risultato ottimale la carta immersa in acqua bollente può stare anche solo un paio d’ore al macero per poi essere riportata a bollore per circa una ventina di minuti. Terminata questa fase se avete un frullatore ad immersione è la cosa più comoda per frantumare completamente la carta e rendere il tutto una poltiglia omogenea. A questo punto bisogna filtrare il composto, avendo cura di non rimuovere tutta l’acqua. Aggiungete l’olio e il gesso (o in assenza la farina) e poi la colla vinilica in quantità sufficiente ad ottenere un impasto omogeneo e sodo tipo per intenderci il DAS.
A questo punto la pasta che avete realizzato potrà essere conservata in sacchetti di plastica come quelli dei surgelati ed utilizzata di mano in mano. Attenzione però: si conserva per un paio di settimane al massimo!

Gli strumenti di lavoro

  • Un mattarello;
  • Pellicola trasparente da cucina;
  • Un po’ di carta vetrata 400;
  • Un vaso o una bottiglia di plastica (progetto “Un vaso”);
  • Una tela da quadro delle dimensioni desiderate (progetto “Un quadro di un paesaggio notturno”);
  • Colori desiderati (acrilici, tempere, …);
  • Colla vinilica;
  • Carta di giornale;
  • Stracci;
  • Pennelli di varie dimensioni;
  • Carta carbone;
  • Vernice protettiva all’acqua (tipo flatting a pennello o vernice spray).

I Progetti

Poiché l’obiettivo in questo caso è di imparare a utilizzare questa argilla sintetica, innanzitutto è bene manipolarla a lungo, per poter comprendere consistenza, morbidezza, granulosità. Insomma, per conoscere il materiale.
A questo scopo possiamo quindi iniziare a costruire diversi piccoli oggetti. Vediamo come.

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